
Day 4: la consegna delle lettere
Molti bimbi sono venuti da lontano per avere notizie dai sostenitori!
Dopo una mattina passata a fare altre home visit di cui vi parleremo più avanti perché abbiamo ancora il cuore pesante per ciò che abbiamo visto, giovedì pomeriggio abbiamo avuto direttamente presso la sede di IFSO la visita di tantissimi bambini e ragazzi! Molti sostenitori ci hanno infatti mandato delle lettere da recapitare ai piccoli e loro ci tengono a sapere come sta la loro famiglia in Italia. Sì, perché i genitori e i bambini, che abbiamo incontrato in questi giorni, si riferiscono ai propri sostenitori così: sono un pezzo della famiglia ormai.
Recarsi a IFSO per molti di loro non è una passeggiata: alcuni abitano molto lontano e si tratta di un viaggio notevole che ha un costo elevato per alcuni. Li vediamo nel pomeriggio proprio per permettere loro di arrivare. I più grandi arrivano da soli, perché i genitori (anche se spesso molti di loro ne hanno uno solo o addirittura, essendo orfani, vivono con parenti) stanno facendo il loro secondo lavoro: uno solo spesso non basta nemmeno a pagare le spese d’affitto…Alcuni purtroppo non vengono: oggi è un giorno nazionale d’esame scolastico per alcuni classi etiope.
È il caso per esempio di Messaye: è venuto però suo fratello, Merhiwie, anche lui aiutato dalla stessa sostenitrice della sorella. Suo padre è non vedente e ci ha tenuto ad accompagnarlo affinché portassimo i suoi ringraziamenti a chi li sta aiutando e per scusarsi tantissime volte dell’assenza della figlia. Pensiamo al traffico impossibile di Addis Abeba, dove i semafori quando ci sono sono spenti o malfunzionanti, alla vita che si rischia ogni volta ad attraversare la strada perché le auto non si fermano davanti a niente e nessuno, e guardiamo il bastone che quest’uomo cieco usa: un grosso fil di ferro modellato a forma di canna. Ci viene un groppo alla gola. Questo signore oggi si è messo i vestiti migliori e ha camminato chissà per quanto tempo su quelle strade disastrate di Addis Abeba, rischiando la sua salute, e si scusa con noi. Davvero abbiamo terminato le parole…
Le storie e i volti che si succedono nel pomeriggio sono tantissimi: ci vorrebbero ore per raccontarle e probabilmente si sprecherebbero i fazzoletti. Noi però un’altra ve la raccontiamo ed è quella giusta per concludere il resoconto di ieri, perché è una delle tante che ci fanno capire quant’è grande il cuore dei nostri sostenitori. La piccola Bethelehem è venuta a ritirare la sua lettera nell’ufficio: ha un sorriso che illumina tutta la stanza quando gliela diamo. I referenti di IFSO mi dicono che è una delle tante bimbe fortunate dei sostegni a distanza perché i suoi sostenitori hanno dato a sua madre l’anticipo necessario per poter avere una casa del governo, una somma – per gli standard di quella famiglia – nemmeno immaginabile. Non pensate poi che la casa popolare etiope sia l’equivalente delle nostre, ma rispetto alla media delle abitazioni che abbiamo visto, sicuramente per loro è un palazzo. Lo si capisce dal fatto che la madre chieda il permesso di entrare (a parte il caso del padre di Messaye abbiamo incontrato solo i piccoli) perché ha assolutamente necessità di vederci: vuole che mandiamo ai sostenitori della figlia un messaggio. È un fiume di ringraziamenti che non finiscono più. Ci abbraccia fortissimo e ci chiede di cercare di trasmettere anche questo. E poi ci chiede di poter mandare loro una foto di lei con la figlia: non ha la possibilità, viste le loro condizioni economiche, di mandare loro un regalo di ringraziamento, ma spera che questo vada bene. Eccome, signora, ne siamo certi…