
La prima volta in India
Il diario di viaggio di Andrea, il nostro direttore
Allo scadere del mio primo anno a Il Sole Onlus preparo il mio primo viaggio in India: mi preparo a sperimentare la realtà sul terreno. Come sempre lo faccio studiando il contesto sociale ed economico, che questa volta è uno dei più complessi che mi è capitato di affrontare.
L’India è la più grande democrazia del mondo, il secondo Paese più popoloso, la terza economia e, come mi ricordano le letture di Amartya Sen e Tiziano Terzani, ha una cultura profondissima che ha influenzato tanta parte del mondo.
Capire l’India: le caste
In India si incontrano molti dei contrasti tipici dei Paesi in via di sviluppo. Nonostante il PIL in fortissima crescita degli ultimi 15 anni, la grande ricchezza generata è stata distribuita tra pochi e non ha raggiunto una larga parte della popolazione. Nonostante un sistema democratico che garantisce sulla carta i diritti fondamentali a tutti, a tanti questi diritti sono ancora oggi negati nei fatti. Non si può sperare di comprendere l’India se non si prende in considerazione la questione delle caste.
La popolazione indiana è divisa in caste in base ad una tradizione antichissima legata all’Induismo. Le 5 caste principali sono nate da varie parti del dio Brahmin, mentre i fuori casta sono nati dalla terra. I fuori casta, i Dalit, gli “intoccabili”, sono decine di milioni. Molti vivono in condizioni di povertà, di esclusione sociale e di emarginazione. Si vedono negati diritti fondamentali come l’istruzione o la proprietà della terra.
Nell’Andra Pradesh, dove realizziamo i nostri programmi, oltre il 60% delle donne è analfabeta. Non esistono dati ufficiali, ma tra i Dalit questa percentuale sale molto di più.
Il primo impatto
Finalmente arriva il giorno della partenza! Il viaggio è uno di quelli “lunghi”…L’India è molto grande e noi operiamo in zone rurali. Per arrivare a destinazione dopo 3 aerei servono ancora 8 ore di auto, per un totale di più di 30 ore di viaggio.
In questo lungo tragitto in auto ho modo di familiarizzare con il traffico di quel Paese. Nella totale assenza di semafori, segnali stradali e vigili urbani, non si segue un sistema di regole e procedure, ma di volta in volta si raggiungono degli accordi. Chi passa prima? Quello che ha più via libera, non importa su quale corsia. Il principale strumento di negoziazione è il clacson, che infatti non tace mai.
La cosa che trovo più sorprendente è come tutto questo avvenga in totale assenza di litigi, tutti mantengono calma e contegno.
Non dimenticherò l’ingresso nel primo villaggio, Thondaladinne vicino a Nellore. Per via della mia professione ho ricevuto accoglienze calorose in tanti Paesi, ma corone di fiori al collo, sorrisi, applausi, musica, danze, bambine che gettano petali di fiori dove cammino non mi era mai successo. Non so se sono riuscito a nascondere del tutto l’imbarazzo…È stato così in ognuno dei villaggi e delle scuole che ho visitato.
La gentilezza in India non è solo una formalità: il visitatore viene accolto, accudito, aiutato, il senso di ospitalità è radicato e diffuso.
L’incontro con i bambini dei sostegni a distanza
Ho incontrato tantissimi dei nostri beneficiari: bambini e bambine, ragazzi e ragazze che grazie al contributo di tutti i nostri sostenitori riescono a studiare. Lo fanno con impegno, con fatica, ma lo fanno e spesso sono i primi della loro famiglia ad andare a scuola.
Mi sono rimaste impresse le parole di una ragazza al primo anno di Università che, ringraziando Il Sole e il suo sostenitore, ha raccontato quanto sia stato importante oltre all’aiuto economico ricevere supporto morale, incitamento e consigli. Mi ha detto: “Non posso aspettarli dai miei genitori che sono analfabeti…Non mi chiedono dei miei voti a scuola, non capiscono cosa studio. Avere avuto qualcuno accanto in queste scelte è stato importantissimo”. Sono tanti i ragazzi e le ragazze in questa situazione, in una generazione si sta compiendo un balzo grandissimo e questo anche grazie a voi che li sostenete.
Una delle cose belle di collaborare con Il Sole è che la maggior parte degli interventi ha radici lontane e una storia lunga come quella dell’associazione stessa. Questo mi ha permesso di incontrare donne come Anita, 29 anni infermiera, e uomini come Pedda Eswaraiah, 27 anni agronomo, che hanno raggiunto l’indipendenza economica e contribuiscono al benessere delle loro comunità.
Il progetto “Diamole credito”
Tante donne del progetto “Diamole Credito” hanno voluto mostrarmi con orgoglio i loro lavori di sartoria o, gesso e lavagna in mano, che hanno imparato a scrivere e leggere. In queste donne ho visto tanto orgoglio: aspettavano con la consueta compostezza il loro turno per farmi vedere la lavagna con la loro firma o recitare i numeri in Telegu.
C’è l’orgoglio di aver raggiunto un obiettivo, di sentirsi più uguali ai loro figli e figlie che stanno studiando, di appropriarsi di piccoli gesti come leggere un cartello stradale, di potersi difendere da truffe e raggiri. Pensate cosa voglia dire dover firmare contratti che non sapete leggere o mettere i vostri risparmi in un conto corrente di cui non riuscite a calcolare il saldo…E nel loro orgoglio si riflette un po’ anche il mio per essere stato una piccola parte di questo progetto.
Il ritorno…
Dopo due settimane senza sosta riparto dall’India. Ho imparato cose nuove, ho incontrato e conosciuto tante persone, ma soprattutto ho avuto la conferma della bontà e dell’importanza delle le nostre attività.
In tantissimi mi hanno chiesto di portare in Italia i ringraziamenti per quanto è stato fatto in questi anni, lo faccio con queste righe e lo farò con piacere ogni volta incontrerò uno dei nostri sostenitori.
Andrea Moroni,
Direttore de Il Sole Onlus